La storia dell’abbinamento immagine/ parole che presento a
seguire è singolare.
La fotografia: scattata da me in West Virginia nel
1996
Le parole: un giorno, partecipando ad un quesito letterario su di un forum, nacque
una competizione pacifica; l’ideatrice del “gioco” fornì una decina di parole (viaggio,
vita, corsa, cielo…) e il nostro compito era quello di creare un piccolo
racconto che avesse senso compiuto. A me uscì una serie di pensieri che successivamente sarebbero diventati... “Incomunicabilità”: li misi in un cassetto… era il 2009.
Ritrovai quegli appunti per caso, un paio di anni dopo e,
non so come, spuntò anche la fotografia: improvvisamente legai le due cose,
realizzando come quell’immagine era per me la perfetta espressione di quanto
avevo scritto… e viceversa.
Il tutto finì poi,
assieme ad altre storie/immagini/musiche, nel book “Cosa resterà di me?”
Incomunicabilità
La mia vita era un viaggio in salita e io non trovavo mai la
velocità giusta per raggiungerti.
La tua vita era piena di ghiaccio e tu eri talmente insensibile da
non rallentare mai la tua corsa per farti raggiungere … neanche solo un
momento.
Tutto questo accadeva sotto a un cielo terso, apparentemente
rassicurante, ma infido.
Nascondeva situazioni avverse, ed era testimone di guerre che,
solitamente, non risparmiano nessuno.
Seduti nel nostro giardino, eravamo al riparo dal male fisico, e
il libro che tu stavi leggendo cercava solo sfumature rosa.
Non era quella pace assoluta che inventava il nostro deserto!
Improvvisamente il tempo cambiò, e le gocce di pioggia ti
agitarono, più del dovuto.
Ma basta un attimo, e con il sole ritorna la normalità.
E se fossimo ancora seduti nel nostro giardino … ci aspetterebbe un altro assordante silenzio?
E se fossimo ancora seduti nel nostro giardino … ci aspetterebbe un altro assordante silenzio?