Massimo Pieretti propone a seguire una sintesi del suo
recente viaggio negli Stati Uniti, un obiettivo di carattere musicale
trasformato, ovviamente, in esperienza di vita.
La sua richiesta è quella di
aggiungere qualche mio pensiero adeguato, ma sono talmente tante le cose viste
e fatte negli USA che condensarle richiederebbe spazio notevole e… non voglio
rubare la scena.
Posso però raccontare di come io
abbia iniziato a sognare quel paese attraverso i film visti nella mia infanzia,
e ricordo lo stupore del mio primo viaggio oltreoceano, nel ’93, quando New
York mi si presentò davanti agli occhi proprio come l’avevo disegnata nella
mente guardando la tv.
Da quel momento sono stati molti i
viaggi verso quel mondo - che appare ideale, almeno per chi è di passaggio -
l’ultima nel 2008, spesso per lavoro, ma ogni volta nasceva l’occasione per vivere
e vedere qualcosa di sensazionale… la casa di Elvis a Memphis, il luogo in cui
uccisero John Kennedy a Dallas, il museo di Andy Warol a Pittsburgh.
Avendo in comune con Pieretti
l’argomento musica scelgo un aneddoto che racconto spesso di questi tempi nel
corso delle presentazioni del mio libro (di cui sono coautore) su Woodstock.
È un sabato di fine ottobre, siamo
nel 1996, e io sono in una cittadina della West Virginia, Buckhannon.
Alcuni colleghi mi raggiungeranno la
domenica ma al momento sono solo, in una sorta di B&B in mezzo alla
foresta, il Dear Park, oasi di pace in mezzo alla natura. I gestori mi
accolgono come fossi uno di famiglia e per un paio di giorni vivrò con loro.
Il venerdì sera il direttore
dell’azienda in cui sono impegnato mi consegna l’auto aziendale, una magnifica
Buick azzurra, ed una piantina per orientare il mio soggiorno nel fine
settimana.
Consulto immediatamente la mappa e
vengo colpito dal nome “Woodstock”, evocativo e importante nella mia formazione
musicale.
Mi metto in viaggio e proseguo per
tre ore verso la meta dei miei sogni.
Una volta sul posto mi giro intorno
ma non vedo segnali che riportano all’evento del ’69… impossibile! Un museo?
Una targa?
Fortunatamente trovo un gruppo di
italiani residenti in loco da sei mesi, napoletani, gestori di una pizzeria
appena aperta. E così mi illuminano… nessun festival, nessun museo… la mia
Woodstock si trova in un luogo ben diverso, a 150 chilometri da New York!
Tanta strada per niente? Beh, fu un
viaggio magnifico, toccando cittadine decentrate, campi da football, benzinai…
insomma, quello che “Happy Days” mi aveva insegnato.
Woodstock, quella vera, mi sta ancora aspettando!
Ho scritto un libro dove ho raccolto
i miei ricordi usando protagonisti inventati (https://athosenrile.blogspot.com/2019/12/accadde-buckannon-un-racconto-di-athos.html), ma sono al contrario reali i musicisti e i personaggi che Pieretti descrive
ripercorrendo le tappe del suo recente viaggio, impreziosito dalla valenza
professionale condita dall’empatia che nasce spontanea tra persone che, pur di
cultura e lingua differente, parlano il linguaggio universale della Musica con
la M maiuscola.
Leggiamo il suo racconto…
Da Roma a Seattle e ritorno - Diario
di bordo del mio primo tour degli Stati Uniti
Di Massimo Pieretti
Premessa
Circa un anno fa, nell’agosto del 2023, grazie a Mark Preising di Progressive
Rock Central, venivo messo in contatto con il cantautore e polistrumentista di
Seattle Michael Trew, lead vocalist dei Moon Letters.
Con Michael, artista vero e mente illuminata, si è creata sin da subito un’
ottima intesa e unità d’intenti e, infatti, lui si è reso immediatamente
disponibile ad interpretare uno dei miei nuovi brani, l’inno pacifista “I
dreamed of flying”, scritto da me insieme a mia sorella Patrizia e al mio
fido collaboratore Gianluca Del Torto.
Il brano è uscito il 18 maggio scorso come
secondo singolo dal mio nuovo imminente progetto da solista, “The Next Dream”,
e ha ricevuto un discreto riscontro di critica nei vari siti e nelle emittenti
radiofoniche di settore (anche grazie alla partecipazione di importanti ospiti,
tra i quali Amy Breathe alla seconda voce, Ms Lisa Green al violino e Mattias
Olsson degli Anglagard alle percussioni).
In seguito all’uscita di questo
singolo, è proseguita una sempre più fitta collaborazione di carattere
promozionale tra me e Michael e a metà aprile abbiamo iniziato a parlare della
possibilità di organizzare un piccolo tour nel Nord Ovest degli Stati Uniti,
Seattle, Portland e zone limitrofe.
Era da molto tempo che desideravo tornare a visitare l’America e quale migliore
opportunità di questa, insieme ad un artista del posto, per lo più indipendente
e non allineato, proprio come me! Quindi, superate le non poche perplessità
iniziali (la paura di volare su tutte) e concordato ogni cosa nei minimi
particolari con Michael, ho deciso di imbarcarmi in questa nuova incredibile
avventura.
Il periodo scelto è stato quello di agosto, partenza da Roma il 1° ritorno il 20.
I fatti
Michael si è occupato praticamente di tutto, dall’organizzazione logistica
della mia sistemazione sino all’allestimento e il coordinamento della band con
cui esibirci ma, soprattutto, il reperimento delle varie serate arrivando a
trovare ben sette club disposti ad accogliere noi ed altre band locali, tra cui
i Maiden Moss, uno dei gruppi dell’area di Seattle in cui Michael milita come
bassista e corista.
Appena atterrato sul suolo americano
Michael era lì ad aspettarmi, mi ha accolto come uno di famiglia in casa sua,
uno splendido cottage di campagna nei pressi di Seattle con tanto di scoiattoli
selvatici, jacuzzi nel giardino e studio di registrazione annesso.
L’indomani è iniziata l’avventura, con le prime indimenticabili prove e a
seguire i concerti in giro per il nord ovest degli States, tra gli stati di
Washington e l’Oregon, in una cornice di natura incontaminata di rara bellezza.
Il primo concerto si è svolto il 4 agosto, proprio nella tenuta di Michael, di
fronte a tanti nuovi amici accorsi ad ascoltare la mia musica e quella delle
altre band che si sono esibite dopo di noi: i Flying Caravan e i Wavicle
di Portland e, appunto, i Maiden Moss di Seattle.
La nostra scaletta iniziava sempre con una prima parte in acustico, piano, voce
e flauto traverso, e che prevedeva: Dancing with the moonlit knight dei
Genesis in medley con Spirit of the water dei Camel e Mother of
violence di Peter Gabriel; seguivano Never going to touch the ground
- il nuovo singolo di Michael - e la “nostra” I dream of flying.
A questo punto entravano in scena due componenti dei Maiden Moss, Jose Simonet
alla chitarra e Kai Strandskov alla batteria, e con Michael in veste di
bassista/cantante venivano eseguite nell’ordine: il mio ultimo singolo Creatures
of the night part 1 e tre brani dal mio disco d’esordio, A new beginning
Oh Father, In November e Growing old. Concludeva
il set Vassagonia, un brano di Michael dal suo primo album da solista.
Il minitour ci ha poi visti protagonisti nelle seguenti date:
-4 agosto, Lake Forest Park, Seattle, WA;
-6 agosto Atlantis Lounge, Portland, OR;
-8 agosto Conway Muse, Conway, WA;
-10 agosto Coast Fork Brewing, Cottage Grove, OR;
-13 agosto Rhythm’s Coffee, Olympia, WA.
La data di Portland è stata una delle più emozionanti in virtù della
partecipazione del mio grande amico e collaboratore Billy Allen al basso.
Terminato il tour e salutato i miei nuovi amici, mi sono trasferito dalla casa
di Michael in un albergo del centro di Seattle, a due passi dall’oceano, per
vivere da turista gli ultimi giorni del mio soggiorno in terra americana.
In conclusione, posso dire di aver
vissuto fino in fondo e goduto pienamente ogni singolo istante della mia incredibile
“avventura americana”. Ogni serata è stata, a suo modo, un evento unico e speciale
per me e difficilmente dimenticherò questa incredibile esperienza che porterò
per sempre con me.
God bless America!
https://massimopieretti.bandcamp.com/
https://wall.cdclick-europe.com/projects/A_New_Beginning_vinyl
Reportage fotografico
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