West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

lunedì 16 settembre 2024

Lucca, 14 settembre 2024, 2° presentazione del libro "Il filo di vetro racconta"

 


Secondo appuntamento dedicato alla presentazione del libro “Il filo di vetro racconta”, grappoli di aneddoti legati ad una vita di lavoro all’interno della Vetrotex Italia di Vado ligure.

Tutto quanto accaduto nel primo atto, quello del 18 aprile a Savona, è fruibile al seguente link: 

https://sfoghieracconti.blogspot.com/2024/04/presentazione-del-libro-il-filo-di.html


Ma questa seconda opportunità era doverosa, giacché l’ispiratore dell’iniziativa, Tullio Fulvio, risiede a Lucca, ed era quindi opportuno realizzare un momento di incontro “a casa sua”, a Capannori, nel Circolo Culturale Artemisia, che aveva ospitato nel 2023 una presentazione analoga.

Il giorno scelto è stato sabato 14 settembre.

Anche questa volta si è dimostrata compatta la squadra in movimento da Savona sino al punto di incontro, una reunion tra ex colleghi, non solo di carattere “savonese”, anzi, una fetta significativa aveva il marchio “Besana Brianza”, composta cioè da persone che avevano avuto ruoli trasversali, fondamentali, con cui è rimasto attivo un collante affettivo oggi depurato della rigidità che certe differenze di ruolo determinavano un tempo.

Palpabile l’emozione - qualche lacrimuccia è scesa -, tangibile la voglia di passare qualche ora insieme, per ricordare, per rivivere momenti toccanti, per coinvolgere anche quella parte di famiglia che ha spesso “subito” difficoltà lavorative non certo facili da comprendere.

Non farò elenchi di nomi, nei video a seguire e nelle foto sarà facile ritrovarsi, ma mi piace sottolineare l’atmosfera che si è creata, anche in questa occasione, tanto che il tempo è volato e si è sforato la durata prevista senza neanche accorgersene.

Il mio sondaggio fatto a posteriori su alcune moglie ha fatto emergere che, nonostante l’argomento fosse molto specifico, a volte tecnico, sicuramento basato su episodi chiari solo a chi li ha vissuti, la noia non è stata una delle componenti presenti, e avere un cospicuo numero di persone attente sino alla fine dell'evento ha rappresentato un ulteriore piccolo successo.

Tanto per riannodare le fila del contenitore letterario proposto, evidenzio che il libro non ha trama, non è un romanzo, ma è basato sui ricordi che chi ha voluto, in piena autonomia, ha rilasciato.

Un book che, difficilmente avrà una seconda chance, ma una porta verso la crescita è rimasta aperta, vale a dire la creazione di un libro digitale che ha il pregio di presentare tante fotografie (in questi casi importanti quanto le parti scritte), quelle impossibile da inserire in un cartaceo, e poi… se qualcuno vorrà aggiungere nuovi racconti, sarà agevole inserirli.

Il giorno dopo resta un senso di appagamento unito ad un briciolo di spleen, perché le storie emerse riguardano un passato lontano che però appare dietro l’angolo.

Trovare il piacere nel condividere momenti così semplici e genuini - magari giudicati negativamente da occhi esterni - conduce alla piacevole consapevolezza che eravamo - e siamo - anime virtuose, una bella soddisfazione quando si arriva a questo punto del percorso!

Ma forse le immagini video renderanno meglio l’idea dell’atmosfera di giornata.






giovedì 12 settembre 2024

Da Roma a Seattle e ritorno - Diario di bordo del mio primo tour degli Stati Uniti, di Massimo Pieretti (e Athos Enrile)

 

On stage

Massimo Pieretti propone a seguire una sintesi del suo recente viaggio negli Stati Uniti, un obiettivo di carattere musicale trasformato, ovviamente, in esperienza di vita.

La sua richiesta è quella di aggiungere qualche mio pensiero adeguato, ma sono talmente tante le cose viste e fatte negli USA che condensarle richiederebbe spazio notevole e… non voglio rubare la scena.

Posso però raccontare di come io abbia iniziato a sognare quel paese attraverso i film visti nella mia infanzia, e ricordo lo stupore del mio primo viaggio oltreoceano, nel ’93, quando New York mi si presentò davanti agli occhi proprio come l’avevo disegnata nella mente guardando la tv.

Da quel momento sono stati molti i viaggi verso quel mondo - che appare ideale, almeno per chi è di passaggio - l’ultima nel 2008, spesso per lavoro, ma ogni volta nasceva l’occasione per vivere e vedere qualcosa di sensazionale… la casa di Elvis a Memphis, il luogo in cui uccisero John Kennedy a Dallas, il museo di Andy Warol a Pittsburgh.

Avendo in comune con Pieretti l’argomento musica scelgo un aneddoto che racconto spesso di questi tempi nel corso delle presentazioni del mio libro (di cui sono coautore) su Woodstock.

È un sabato di fine ottobre, siamo nel 1996, e io sono in una cittadina della West Virginia, Buckhannon.

Alcuni colleghi mi raggiungeranno la domenica ma al momento sono solo, in una sorta di B&B in mezzo alla foresta, il Dear Park, oasi di pace in mezzo alla natura. I gestori mi accolgono come fossi uno di famiglia e per un paio di giorni vivrò con loro.

Il venerdì sera il direttore dell’azienda in cui sono impegnato mi consegna l’auto aziendale, una magnifica Buick azzurra, ed una piantina per orientare il mio soggiorno nel fine settimana.

Consulto immediatamente la mappa e vengo colpito dal nome “Woodstock”, evocativo e importante nella mia formazione musicale.

Mi metto in viaggio e proseguo per tre ore verso la meta dei miei sogni.

Una volta sul posto mi giro intorno ma non vedo segnali che riportano all’evento del ’69… impossibile! Un museo? Una targa?

Fortunatamente trovo un gruppo di italiani residenti in loco da sei mesi, napoletani, gestori di una pizzeria appena aperta. E così mi illuminano… nessun festival, nessun museo… la mia Woodstock si trova in un luogo ben diverso, a 150 chilometri da New York!

Tanta strada per niente? Beh, fu un viaggio magnifico, toccando cittadine decentrate, campi da football, benzinai… insomma, quello che “Happy Days” mi aveva insegnato.

Woodstock, quella vera, mi sta ancora aspettando!

Ho scritto un libro dove ho raccolto i miei ricordi usando protagonisti inventati (https://athosenrile.blogspot.com/2019/12/accadde-buckannon-un-racconto-di-athos.html), ma sono al contrario reali i musicisti e i personaggi che Pieretti descrive ripercorrendo le tappe del suo recente viaggio, impreziosito dalla valenza professionale condita dall’empatia che nasce spontanea tra persone che, pur di cultura e lingua differente, parlano il linguaggio universale della Musica con la M maiuscola.

Leggiamo il suo racconto…

  

Da Roma a Seattle e ritorno - Diario di bordo del mio primo tour degli Stati Uniti

Di Massimo Pieretti


Premessa


Circa un anno fa, nell’agosto del 2023, grazie a Mark Preising di Progressive Rock Central, venivo messo in contatto con il cantautore e polistrumentista di Seattle Michael Trew, lead vocalist dei Moon Letters.
Con Michael, artista vero e mente illuminata, si è creata sin da subito un’ ottima intesa e unità d’intenti e, infatti, lui si è reso immediatamente disponibile ad interpretare uno dei miei nuovi brani, l’inno pacifista “I dreamed of flying”, scritto da me insieme a mia sorella Patrizia e al mio fido collaboratore Gianluca Del Torto.

 Il brano è uscito il 18 maggio scorso come secondo singolo dal mio nuovo imminente progetto da solista, “The Next Dream”, e ha ricevuto un discreto riscontro di critica nei vari siti e nelle emittenti radiofoniche di settore (anche grazie alla partecipazione di importanti ospiti, tra i quali Amy Breathe alla seconda voce, Ms Lisa Green al violino e Mattias Olsson degli Anglagard alle percussioni).

In seguito all’uscita di questo singolo, è proseguita una sempre più fitta collaborazione di carattere promozionale tra me e Michael e a metà aprile abbiamo iniziato a parlare della possibilità di organizzare un piccolo tour nel Nord Ovest degli Stati Uniti, Seattle, Portland e zone limitrofe.
Era da molto tempo che desideravo tornare a visitare l’America e quale migliore opportunità di questa, insieme ad un artista del posto, per lo più indipendente e non allineato, proprio come me! Quindi, superate le non poche perplessità iniziali (la paura di volare su tutte) e concordato ogni cosa nei minimi particolari con Michael, ho deciso di imbarcarmi in questa nuova incredibile avventura.

Il periodo scelto è stato quello di agosto, partenza da Roma il 1° ritorno il 20.


I fatti

Michael si è occupato praticamente di tutto, dall’organizzazione logistica della mia sistemazione sino all’allestimento e il coordinamento della band con cui esibirci ma, soprattutto, il reperimento delle varie serate arrivando a trovare ben sette club disposti ad accogliere noi ed altre band locali, tra cui i Maiden Moss, uno dei gruppi dell’area di Seattle in cui Michael milita come bassista e corista.

Appena atterrato sul suolo americano Michael era lì ad aspettarmi, mi ha accolto come uno di famiglia in casa sua, uno splendido cottage di campagna nei pressi di Seattle con tanto di scoiattoli selvatici, jacuzzi nel giardino e studio di registrazione annesso.
L’indomani è iniziata l’avventura, con le prime indimenticabili prove e a seguire i concerti in giro per il nord ovest degli States, tra gli stati di Washington e l’Oregon, in una cornice di natura incontaminata di rara bellezza.
Il primo concerto si è svolto il 4 agosto, proprio nella tenuta di Michael, di fronte a tanti nuovi amici accorsi ad ascoltare la mia musica e quella delle altre band che si sono esibite dopo di noi: i Flying Caravan e i Wavicle di Portland e, appunto, i Maiden Moss di Seattle.
La nostra scaletta iniziava sempre con una prima parte in acustico, piano, voce e flauto traverso, e che prevedeva: Dancing with the moonlit knight dei Genesis in medley con Spirit of the water dei Camel e Mother of violence di Peter Gabriel; seguivano Never going to touch the ground - il nuovo singolo di Michael - e la “nostra” I dream of flying.
A questo punto entravano in scena due componenti dei Maiden Moss, Jose Simonet alla chitarra e Kai Strandskov alla batteria, e con Michael in veste di bassista/cantante venivano eseguite nell’ordine: il mio ultimo singolo Creatures of the night part 1 e tre brani dal mio disco d’esordio, A new beginning Oh Father, In November e Growing old.                                                                               Concludeva il set Vassagonia, un brano di Michael dal suo primo album da solista.


Il minitour ci ha poi visti protagonisti nelle seguenti date:
-4 agosto, Lake Forest Park, Seattle, WA;
-6 agosto Atlantis Lounge, Portland, OR;
-8 agosto Conway Muse, Conway, WA;
-10 agosto Coast Fork Brewing, Cottage Grove, OR;
-13 agosto Rhythm’s Coffee, Olympia, WA.


La data di Portland è stata una delle più emozionanti in virtù della partecipazione del mio grande amico e collaboratore Billy Allen al basso.
Terminato il tour e salutato i miei nuovi amici, mi sono trasferito dalla casa di Michael in un albergo del centro di Seattle, a due passi dall’oceano, per vivere da turista gli ultimi giorni del mio soggiorno in terra americana.

In conclusione, posso dire di aver vissuto fino in fondo e goduto pienamente ogni singolo istante della mia incredibile “avventura americana”. Ogni serata è stata, a suo modo, un evento unico e speciale per me e difficilmente dimenticherò questa incredibile esperienza che porterò per sempre con me.

 
God bless America!

https://massimopieretti.bandcamp.com/

https://wall.cdclick-europe.com/projects/A_New_Beginning_vinyl


Reportage fotografico

Arrivo a Seattle

Band to Cottage Grove

Con Billy Allen


Con Frankie McCabe

Con Michael

Olympia

Olympia

Olympia

Portland

Tour poster

Ultimo giorno






lunedì 9 settembre 2024

Claudio Sottocornola: "A che punto è la notte-Tracce di pensiero vigile"- Commento di Elisa Enrile

 


A che punto è la notte-Tracce di pensiero vigile

Di Claudio Sottocornola

Di Elisa Enrile

Uno spaccato sulle domande della contemporaneità e del passato

 

Sfogliando “A che punto è la notte” non è immediata la comprensione di quello che si sta per andare a leggere.

Si capisce che non si tratta di un romanzo, ma la divisione in capitoli e la varietà di argomenti trattati lo rendono un prodotto a metà tra un insieme di saggi e un compendio accademico, che potrebbe essere assegnato in un corso monografico all’università o consigliato come lettura da professori di liceo ad alunni particolarmente curiosi.

Avvicinandosi con più attenzione al volume, si apprende che in effetti si tratta di una raccolta di 10 saggi pubblicati dall’autore nella rivista “Il Cenacolo” nel 2023, a scopo appunto divulgativo. L’audience a cui lo scrittore, giornalista e ricercatore si rivolge è varia e spazia per età e formazione, condizione che lo porta a cercare di unire nei modi – così come nei temi – l’inclusività all’interesse e alla professionalità.

Si ramificano così attraverso i saggi alcune domande di interesse e cultura generale, alternandosi con quesiti esistenziali su alcune delle contraddizioni e degli aspetti più o meno evidenti della società, della cultura e della religione.

In un valzer che unisce cultura pop, scienza, politica e spiritualità, Claudio Sottocornola sfida i lettori a interrogarsi sui perché dell’umanità, fornendo un’analisi critica e oculata delle tematiche trattate sotto diversi punti di vista, tutti atti a stimolare il dialogo, l’ulteriore ricerca e la curiosità. Quali sono le forme narrative adatte per la nostra nuova società? Gli animali possono ancora essere considerati solo una fonte proteica da inserire nel nostro piatto? Esistono forme di vita intelligenti, oltre a noi e se sì, come la scienza trova un compromesso con la religione? Come i gender studies possono aprirci gli occhi sul mondo contemporaneo?

L’autore prova a dare una risposta a tutti questi interrogativi servendosi di diverse fonti e usandole in maniera puntuale per creare una trama narrativa ricca e coinvolgente, permettendo a ciascuno di aggrapparsi alle realtà meglio conosciute e avvicinarsi in punta di piedi alle altre, accogliendole o scontrandosi, in un cerchio che si apre e si chiude armonicamente senza mai risultare perentorio o saccente. Le domande vengono affrontate analiticamente ma la risposta non risulta chiara e univoca, permettendo a ciascuno la riflessione e la creazione interiore di una propria versione, di una propria verità, permettendo però ai lettori di avere gli strumenti per andare nella giusta direzione.

In un’azione che ripercorre l’attività ermeneutica dei grandi filosofi del passato, Sottocornola cerca di unire diverse voci e di dedicare a tutte lo spazio necessario per farle vibrare, permettendo al fil rouge dell’eterna attesa, che pure viene subito dichiarato dal titolo biblico, di agire indisturbato in sottofondo.  

“A che punto è la notte” ci proietta in un buio metafisico, un continuum notturno dal quale sembra difficile uscire ma non impossibile se le tenebre vengono scalfite con la giusta luce, quella della conoscenza e soprattutto della ricerca a cui si vuole dare una risposta.

 

L'AUTORE

Claudio Sottocornola (Bergamo, 1959) si è laureato all’Università Cattolica di Milano con una tesi in Storia della teologia. Già ordinario di Filosofia e Storia nei licei, è stato anche docente di IRC, Materie letterarie, Scienze dell’educazione e Storia della canzone e dello spettacolo alla Terza Università di Bergamo. Iscritto all’Ordine dei giornalisti dal 1991, ha collaborato con diverse testate, radio e tv.

Come filosofo si caratterizza per una forte attenzione alla categoria di interpretazione, alla cui luce indaga il mondo contemporaneo, ed ha spesso utilizzato musica, poesia e immagini per parlare a un pubblico trasversale, nelle scuole, nei teatri e nei più svariati luoghi del quotidiano.

È autore di numerose pubblicazioni, che coinvolgono tre aree tematiche prevalenti: l’autobiografia intellettuale, la cultura popular contemporanea, l’attuale crisi del sacro in Occidente e la sua possibile rimodulazione teologico-filosofica.

Fra le opere più recenti, Saggi Pop (Marna, 2018), Parole buone (Marna/Velar, 2020), Occhio di bue (Marna, 2021), Tra cielo e terra (Centro Eucaristico, 2023), Così vicino, così lontano (Velar, 2023).