Nei
momenti di vita quotidiana accade spesso di sentire da altri, o di esser
protagonisti, di esilaranti “distorsioni” della lingua italiana.
Basta
sbagliare una lettera od esprimere un concetto, distratti da altri pensieri, ed
ecco uscir fuori la “barzelletta alla Totti” o
quella sui "Carabinieri".
Quelle parole, se diffuse nell’ambiente in cui sono nate, diventano inizialmente un tormentone, e col passare del tempo si trasformano in linguaggio comune.
Quelle parole, se diffuse nell’ambiente in cui sono nate, diventano inizialmente un tormentone, e col passare del tempo si trasformano in linguaggio comune.
E’ di
pochi giorni fa la brutta figura di un deputato 5 Stelle che, nell’enfasi della
sua esposizione parlamentare, utilizzava la parola “circonciso” in luogo di “conciso”.
Non
credo sia scarsa conoscenza della lingua, ma piuttosto l’abitudine ad
utilizzare gag di personaggi pubblici, frasi che col tempo diventano usuali tra
amici, e a volte ci si può dimenticare quale sia il contesto in cui vanno
evitate.
Vediamo qualche esempio, rigorosamente ascoltato con le mie orecchie (ma che difficile cercare di rimanere seri, in diretta, al cospetto di certi “strafalcioni”!), che ho cercato di legare con un unico filo conduttore (la parte reale è quella in grassetto).
Qual é la causa per
cui un giovane risulta essere troppo viziato?
La saggezza popolare
ci corre in aiuto e così scopriamo che: ” … quel bambino lo tengono troppo nella
Barbagia…”. Ma perché lo stesso giovane viziato può causare
danni, a sé e agli altri, all’uscita di una discoteca? Molto semplice… ”questi ragazzi ballano dopo essersi riempiti
di Tachipirigna, e quando escono sono storditi…”, e poi in
macchina …”basta un’inerzia”
per farsi del male! Potrebbero stare più a casa, magari guardare un film in TV,
ci sono spesso delle belle pellicole, come ”Il Colosso
di Prodi” e “Conad il
Barbaro”, o film più impegnati come “L’albero delle zoccole”. Oppure potrebbero andare a
dormire prima, in fondo ormai:”... tutti hanno un letto con le toghe”
e ciò “e’ un bene per lo sterco”.
Ma questi giovani hanno davanti agli occhi esempi negativi che arrivano dalla
TV, e tutti voglio “togliersi
uno spizio” e “uscire dal
seminario”, e la loro massima aspirazione è fare soldi, magari
diventando “un magnete del petrolio”.
E quando questi
ragazzi tornano a casa dopo un sabato di follie, e i genitori chiedono timide
spiegazioni sulla scazzottata che hanno “scritta” in volto, la risposta é
sempre la stessa…”Beh, c’e’ stata
un pò di Maremma…”
Ma il massimo, o
meglio l’ultimo "groviglio di
parole", in
ordine cronologico, é un trittico.
Detto crudamente risulta
così:
“Nell’amplesso, non ci sono fulmini di genio e
quindi occorre andare con i piedi di piuma”.
Scorporiamo e troviamo i
significati originali.
Nell’amplesso significa “nel complesso”.
“Fulmini di genio “ e’ l’interpolazione tra “Fulmini di guerra e Lampi di genio”.
“Piedi di Piuma” significa “Piedi di Piombo”.
Insomma, immaginiamo
un presidente di calcio che chiede lumi al proprio allenatore relativamente ad
una sconfitta, e che questi, trovando l’alibi dell’utilizzo di qualche riserva,
induca il proprio ” capo “ a sospendere momentaneamente il giudizio.
La frase
diventerebbe:”Nell’insieme,
non avevamo una squadra molto dotata, a causa di molte assenze, per cui bisogna
essere cauti nel prendere posizioni assolute!”.
Ovvero…”con i Fulmini di genio si può vincere , e se
non li hai… devi muoverti coi piedi di piuma!”
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