Il 17 ottobre, nel calendario della memoria, è un promemoria
silenzioso di una delle tragedie più dolorose e meno conosciute dell'Olocausto:
lo sterminio di un'intera generazione di musicisti, compositori e intellettuali
ebrei europei.
Nel 2019, l'Italia ha voluto rendere omaggio a queste vittime con l'iniziativa commemorativa "Musica per non dimenticare: Terezín 17/10", una serie di eventi dedicati a coloro che, dopo essere stati imprigionati nel ghetto di Terezín (Theresienstadt), furono deportati e uccisi ad Auschwitz.
Il progetto ha voluto sottolineare una data specifica: la
notte tra il 16 e il 17 ottobre 1944. Fu allora che molti degli artisti
reclusi a Terezín, trasformato dai nazisti in un cinico "ghetto
modello" per la propaganda, furono caricati su un treno diretto ad
Auschwitz-Birkenau e immediatamente sterminati nelle camere a gas.
Terezín, pur essendo un lager di transito, divenne un incredibile centro di vita culturale clandestina. Qui, intellettuali e musicisti di fama internazionale come Pavel Haas e Hans Krása (entrambi uccisi il 17 o il 18 ottobre 1944) continuarono a comporre, esibirsi e insegnare, usando l'arte come forma estrema di resistenza e dignità.
Il concerto commemorativo del 2019 è stato un passo
fondamentale per riportare l'opera di questi compositori nel grande repertorio.
L'obiettivo dell'iniziativa non era solo commemorare, ma ricollocare il loro
contributo nel flusso della storia musicale, al di là dei contesti celebrativi.
Il progetto "Musica per non dimenticare: Terezín
17/10" è stato un atto non solo di tributo, ma di vera e propria
riscoperta culturale. L'iniziativa si è concentrata sul riportare sul palco le
composizioni che i nazisti avevano tentato di far svanire, illuminando le voci
musicali spezzate dal lager. Nelle esecuzioni si sono potute riascoltare le
struggenti pagine di Pavel Haas, noto per la sua produzione orchestrale
e cameristica, e i brani di Hans Krása, la cui storia è legata
indissolubilmente all'opera per bambini Brundibár. Quest'ultima fu
rappresentata più di cinquanta volte all'interno del ghetto, trasformandosi in
un inno di speranza e resistenza per i bambini reclusi. Infine, l'omaggio ha
incluso le opere di Viktor Ullmann, che, con lucidità profetica,
completò nel campo la sua opera più famosa, L'imperatore di Atlantide,
una satira amara e geniale sul Terzo Reich. Attraverso queste note, l'evento ha
compiuto un atto di giustizia storica, assicurando che il coraggio e il talento
di questa "generazione perduta" non venissero mai dimenticati."Musica
per non dimenticare" ha rappresentato un gesto di profonda civiltà, un
ponte tra il passato e il presente per garantire che la musica e il coraggio di
questi artisti, "generazione perduta", non svaniscano nel silenzio
della storia.