Milano, 4 Ottobre 1969 – È questo il giorno in cui ci lasciava Natalino Otto, pseudonimo di Natale Codognotto, spentosi a Milano all'età di 56 anni a causa di un attacco cardiaco. La sua morte ha segnato la fine di un'epoca, portando via il pioniere che, in un'Italia musicale spesso rigida, osò introdurre i ritmi frenetici e vitali dello swing e del jazz d'oltreoceano.
Nato a Cogoleto (Genova) il 24 dicembre 1912, Natalino Otto
non fu solo un cantante e batterista, ma anche un vero e proprio
"contrabbandiere di ritmo". La sua formazione avvenne a bordo dei
transatlantici che negli anni '30 facevano la spola tra l'Italia e gli Stati
Uniti. Durante le sue 34 traversate atlantiche sulla nave "Conte di Savoia",
Otto assorbì le sonorità innovative delle grandi orchestre americane, il germe
del jazz e dello swing.
Al suo rientro in Italia, forte della sua esperienza, iniziò a proporre un repertorio composto prevalentemente da brani americani tradotti o riarrangiati, spesso in collaborazione con l'amico e maestro Gorni Kramer.
La sua opera, tuttavia, si scontrò duramente con il clima
culturale e politico dell'Italia fascista. L'Ente Italiano per le Audizioni
Radiofoniche (EIAR) censurò la sua musica, definita "barbara antimusica
negra" e di derivazione "negroide", vietandone la diffusione
radiofonica tra il 1941 e il 1945.
Nonostante l'ostracismo ufficiale, i suoi dischi, con successi come "Ho un sassolino nella scarpa", "Mamma voglio anch'io la fidanzata" e "Polvere di Stelle", divennero oggetti di culto. Erano ascoltati clandestinamente dai giovani, trasformando la sua musica in un vero e proprio simbolo di ribellione e sfida al regime.
Con la fine della guerra e la nascita della RAI, Natalino
Otto tornò prepotentemente sulla scena. Negli anni '50 fu un volto popolare
anche al Festival di Sanremo, dove si classificò terzo nel 1955 con "Canto nella valle" e quarto nel 1954 con "Notturno". La sua
voce, unica nel suo genere, fu determinante nel far accettare e amare i ritmi
sincopati al pubblico italiano, spianando la strada a futuri grandi dello swing
e del jazz nostrano come Fred Buscaglione.
Sposato con la cantante Flo Sandon's, Otto è ricordato non solo per le sue oltre duemila incisioni, ma per il coraggio artistico che lo rese il vero, indiscusso, profeta dello swing italiano.
Il suo "ritmo dondolante" continua a risuonare,
tramandando la storia di un artista che ha lottato per portare la modernità
nella canzone italiana.
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