Nel giorno in cui ricorre l'anniversario della sua morte (8
ottobre 2002), ricordiamo Pierangelo Bertoli,
il cantautore emiliano che ha trasformato la disabilità in forza e l'impegno
civile in poesia popolare, lasciandoci brani che restano l'essenza della musica
d'autore italiana.
Un gigante gentile e ruvido… Pierangelo Bertoli. Il
cantautore di Sassuolo non fu soltanto un musicista, ma un'icona di coerenza e
un simbolo di tenacia, la cui voce graffiante ha raccontato le ingiustizie
sociali e le fragilità umane senza mai cadere nel vittimismo.
La sua forza d'animo è racchiusa nel titolo della sua canzone
più emblematica: "A muso duro" (1979). Il brano è molto più di
una hit, è un manifesto di vita. In un'epoca in cui la sua disabilità (causata
dalla poliomielite infantile) poteva essere un ostacolo, Bertoli la trasformò
in un punto di vista privilegiato sulla realtà.
"A muso duro" è l'inno di chi sceglie di non
piegarsi, di chi affronta le avversità senza compromessi, mantenendo la propria
integrità. Questa filosofia si rifletteva non solo nelle sue parole, ma anche
nella sua presenza scenica, sempre schietta e autentica.
Se "A muso duro" definisce il suo carattere, "Pescatore"
(1981), cantata in duetto con Fiorella Mannoia, ne rivela la vena poetica e
popolare. La canzone, che parla di solitudine, speranza e del legame profondo
con il mare, è entrata di diritto nel canzoniere italiano. Bertoli aveva il
raro talento di vestire i panni dei suoi personaggi, rendendo universali storie
semplici e marginali.
L'Impegno e la Coerenza Politica
Bertoli non usò mai la sua musica per mero intrattenimento.
Fin dai primi lavori, come "Eppure soffia" (1976), espresse un
forte impegno politico e ambientale, denunciando l'indifferenza e la
speculazione. La sua adesione a ideali di sinistra non fu mai mercificata;
rimase un punto fermo della sua arte, culminato nella partecipazione al
Festival di Sanremo del 1991 con "Spunta la luna dal monte"
insieme ai Tazenda.
Ancora oggi, a ventitré anni dalla sua scomparsa, l'eredità
di Bertoli risuona potente. La sua musica non invecchia perché i temi che ha
affrontato – la dignità del lavoro, la difesa dei deboli, l'onestà
intellettuale – sono intramontabili.
Pierangelo Bertoli ci ha insegnato che la vera forza risiede
nell'essere sé stessi, "a muso duro", senza paura di chi ci guarda o
ci giudica. La sua voce è un monito e un abbraccio che continua a mancarci.
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