West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

mercoledì 2 aprile 2014

Dedicato a Federica

Edouard Manet, Ritratto di una giovane donna-1868


Dicembre 2006…

Un anno fa, in una strada molto trafficata, nei pressi di casa mia, una ragazza, vigilessa, svolgendo il proprio lavoro, e’ deceduta. Aveva 26 anni.
La dinamica non la conosco e assume poca importanza davanti ai miei occhi. Ricordo solo che e’ stata massacrata da un camion.
Davide soccombe a Golia.Penso non fosse un problema di velocità … pieno centro, subito dopo una curva… noooo. Forse qualche manovra sbagliata.
Ogni giorno percorro quella strada, al ritorno dal lavoro, ma solo episodicamente i fiori sempre presenti su entrambi i lati mi fanno ripensare a quanto accaduto. Anche loro fanno parte ormai dell’arredamento, come i cartelli stradali, come le auto parcheggiate.
Una cosa a cui siamo ormai  abituati, come un segnale stradale appunto, non fornisce molti elementi di riflessione, e gli stimoli proseguono in automatico, facendoci dimenticare il significato vero delle cose. In questo caso, dei fiori.
La scomparsa e la nascita, la disgrazia e la favola, sono cose che si metabolizzano in fretta , quasi fossero necessarie. E poi capitano sempre agli altri.
 Pochi giorni fa e’ iniziata la kermesse dei saggi a cui noi genitori, a traino dei figli, dobbiamo partecipare  nel periodo natalizio. E a volte e’ un grosso sacrificio.
Uno di questi  miei fioretti e’ risale ai primi giorni di dicembre, quando Elisa ha dovuto /voluto presenziare ad una manifestazione organizzata dal Corpo di Polizia Municipalizzata (tante parole per dire “vigili”). Si trattava di commemorare la povera Federica, e all’interno della manifestazione si e’ trovato lo spazio per un paio di balletti di giovani bimbe di una scuola di danza, quella di mia figlia, appunto. Per il resto, il tema della giornata era molto preciso, e direi originale: la poesia.
L’organizzatrice  aveva pensato di ricordare la giovane donna attraverso un concorso aperto, credo, a tutta Italia, pensato per i lavoratori del Corpo di Polizia, che attraverso la poesia avrebbero dovuto ricordare quel momento, quella ragazza, quella vita andata.
Partecipazione enorme.
L’abitudine a standardizzare i mestieri  e gli uomini che li esercitano ci porta sempre  a pensare che il fornaio possa solo fare del pane, che il carrozziere sappia solo usare mazza e vernice, che un professore di lettere possa solo occuparsi di aspetti umanistici e non di chiodo o martello. In realtà ognuno di noi racchiude aspetti molteplici e la possibilità di esprimersi attraverso la parola e’ cosa che fa parte del nostro DNA.
Ognuno di noi sa essere poeta, perché per scrivere una poesia non bisogna essere un genio, ma occorre essere sensibili e un po’ virtuosi, nel senso che occorre trovare il coraggio di aprirsi e rivelare ciò che si avverte nel proprio intimo.
E chi, in alcuni momenti della vita, non e’ sensibile e virtuoso?
La domanda e’ retorica e reca  in se la risposta, la mia risposta.
E in quei momenti, quelli in cui sentiamo che e’ urgente dire qualcosa, per liberarci, per aiutare, per compensare… beh, se abbiamo la forza di scrivere ciò che stiamo provando, quell’attimo diventerà “per sempre”, vivrà all’infinito, per noi e per chi vuol nutrirsi del nostro pensiero.
Commemorare una giovane donna  utilizzando la poesia e’ un modo per renderla immortale, e anche se per l’uomo della strada  un vigile usa  paletta e fischietto e ci rincorre per scoprire le nostre nefandezze stradali, anche un vigile, come  un architetto, come un  netturbino, come un farmacista, può essere Pascoli e D’Annunzio,  almeno nei contenuti, quando manca la forma. La manifestazione ha avuto un che di pomposo, ovviamente, con tante personalità cittadine  e giuria di qualità, con professionisti veri.
Le poesie si sono rivelate davvero importanti e vedere presenze  così massicce  di persone arrivate da lontano mi ha dato il senso vero della  partecipazione, che non ho scambiato  per  corporativismo, ma  frutto di un dramma davvero toccante… per tutti.
Io ero li per caso, e ho ascoltato con attenzione le emozioni di tutti i partecipanti, riproposte da vera attrice. Mi trovavo al cospetto di persone come me, che utilizzano il mezzo che preferisco per esprimermi, senza pensare troppo al giudizio degli altri.
In questo caso il gradimento era atto necessario per stilare una classifica, ma non era certo il fine ultimo, almeno nella mia percezione.
Io ho pensato poco a Federica, che però e’ passata in secondo piano quando ho visto i suoi genitori. E la sua immagine ha assunto contorni rosa, mentre ci osservava dall’alto, compiaciuta e non più sofferente. Ma i genitori no, non potevo non  considerare la loro funzione di vittime. Sono fermamente convinto che la vita ci prepari a dovere per tutti gli eventi  e anche le scomparse dei nostri cari hanno una loro logica a cui prima o poi ci abituiamo. Ma i figli non possono andarsene prima di noi, perché se  e’ vero che si muore di vecchiaia loro arriveranno  necessariamente dopo di noi.
E quando non e’ così, quando le logiche si sconvolgono, anche la vita non e’ più la stessa, e sicuramente il dolore accompagnerà per sempre  i genitori di Federica.
A loro ho pensato quella mattina, molto più a loro che a Fede, probabilmente  in zona di “pace assoluta”.
Nei giorni a seguire ho sentito l’esigenza di emulare i poeti /vigili e regalare a quel papà e a quella mamma  le mie sensazioni, al di fuori dei concorsi e delle gare.
Non staranno certo meglio per questo, ma la mia necessità di esternare ciò che ho provato potrebbe coincidere con un loro sorriso. Ed e’ quello che posso fare per loro, farli sorridere facendo rivivere la loro Federica, in uno spazio limitato ma infinito, un tempo che inizia e non finisce mai, quello  di una poesia.
Ho cercato un contatto col Corpo dei Vigili . Ho trovato l’indirizzo  mail su internet, indicato in modo generico. Effettivamente fa un po’ effetto contattare i Vigili Urbani per parlare di poesia! L’organizzatrice, gentilissima, mi ha prontamente risposto, garantendomi il trasferimento del mio scritto sino a destinazione, e proponendomi la partecipazione alla seconda commemorazione.
Se potrò ripeterò l’esperienza e magari avrò occasione di proporre le mie parole ed i miei pensieri, che per quanto modesti sono il frutto di quel momento, e quindi me li tengo stretti.

Ecco la mia poesia per Federica.

Federica

Sono tante le cose che vorrei dirti ma…

la situazione mi condiziona.

Sono tante le cose che vorrei dirti anche se… conosco appena il tuo nome.

Sono tante le cose che vorrei dire a te anche se… una divisa rende tutti uguali, nonostante ognuno di noi sia un " pezzo unico".

Potrei navigare nella retorica e inventare frasi di circostanza… in fondo ne esistono per ogni occasione…

Oppure potrei giocare con  le parole per suscitare lacrime e gioia, strappare un sorriso, un cenno di assenso.

Tutti  hanno parlato di te, per spirito di gruppo, per amore vero, per il solo senso della partecipazione.

Io ero li per caso ed e' uscito fuori il mio egoismo e la mia paura.

Ho guardato le tue radici vere, quelle presenti, e ho letto in loro ciò che non vorrei mai vedere allo specchio.

Sono preoccupato dal tempo che avanza, dai minuti che scorrono, dalle ore che si  rincorrono e si raggiungono in un soffio.

Sono terrorizzato dall'idea di scomparire per ultimo.

Ecco cosa davvero mi ha turbato  … guardando gli occhi di una madre, e rivolgendo il mio sguardo a  te ho pensato a chi mi vive accanto .

Ho cercato di immaginare il dolore devastante che la perdita di un figlio reca in se.

Per tutto siamo pronti… la vita ci prepara a dovere.

Nessuno però mette in conto lo scherzo di un asfalto bagnato, troppo bagnato.

Nessuno mette in conto una natura crudele.

Nessuno mette in conto gli errori nostri e di altri.

Nessuno mette in conto che tutto questo possa accadere ai nostri figli.

E' così che ti vedo… una figlia che se ne e' andata…

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