Pensando ai grattacieli, come possono
gli esseri umani creare tanti angoli retti quando i loro comportamenti sono
così contorti?" - Un neofita si interroga sul paradosso delle altezze
Questa frase, tratta dal film "Lo straordinario
viaggio di T.S. Spivet", fa davvero riflettere. Vedendo quei
giganti di cemento e vetro che si stagliano nel cielo, con le loro linee così
precise e quegli angoli retti perfetti, viene da chiedersi: ma come fanno gli
esseri umani, con tutte le loro stranezze, i loro pensieri complicati e le
azioni a volte un po' "storte", a costruire cose così incredibilmente
dritte e squadrate?
La cosa mi sembra quasi magica. L’uomo, che spesso fatica a
seguire una linea retta nei suoi ragionamenti o a mantenere una promessa senza
qualche "deviazione", riesce a progettare e costruire edifici dove
ogni spigolo sembra misurato al millimetro. È un contrasto che incuriosisce, e
si può provare a capire un po' meglio come sia possibile questa
"quadratura del cerchio".
Quel che ho scoperto è affascinante. Sembra che la chiave
stia nella nostra incredibile capacità di pensare in modo astratto. Mentre le
nostre emozioni e i nostri comportamenti possono essere un po' un labirinto, la
nostra mente è capace di concepire idee perfette, come quella dell'angolo retto.
Un angolo di 90 gradi è una cosa chiara, definita, che non dipende dal nostro
umore o dalle nostre indecisioni. È un concetto che si può studiare con la
matematica e la logica, quasi un linguaggio a parte che permette di andare
oltre le incertezze umane.
Ma la costruzione di un grattacielo non è un'impresa
improvvisata, bensì si basa su regole ben precise. La fisica, ad esempio, non è
"opinabile": la gravità è quella che è, e i materiali hanno una certa
resistenza. Per far stare in piedi un edificio così alto, bisogna fare calcoli
precisissimi e seguire delle leggi ferree. L'angolo retto, spesso, non è solo
una scelta estetica, ma il modo più logico e sicuro per unire le diverse parti
della struttura e farla resistere alle forze che la sollecitano.
Un'altra cosa sorprendente è la tecnologia usata. Esistono
strumenti incredibilmente precisi, come dei laser che tracciano linee
invisibili e dei computer che disegnano ogni dettaglio del palazzo prima ancora
che venga posato un solo mattone. Questi strumenti aiutano a superare i limiti
dei nostri occhi e delle nostre mani, garantendo che ogni angolo sia
esattamente come deve essere.
E poi c'è il lavoro di un sacco di persone diverse, ognuna
con il suo compito. Ci sono gli architetti che immaginano la forma, gli
ingegneri che calcolano come farla stare in piedi, i geometri che misurano ogni
centimetro e gli operai che mettono insieme i pezzi. È come un'orchestra dove
ognuno deve suonare la nota giusta al momento giusto per creare una sinfonia
perfetta di angoli retti e linee verticali.
Insomma, da semplice curioso, ho iniziato a capire che la costruzione di un grattacielo, con la sua geometria così rigorosa, è un po' come un'applicazione della nostra intelligenza più "pura", quella capace di astrazione e di logica, al mondo fisico. È come se, per un attimo, riuscissimo a mettere da parte le nostre "contorsioni" umane e a creare qualcosa di incredibilmente ordinato e preciso. È un paradosso affascinante: noi, esseri umani così complicati, capaci di erigere queste perfette geometrie che sfidano il cielo.
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