West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

mercoledì 25 giugno 2025

Grattacieli e anima umana: il paradosso delle linee perfette

 


Pensando ai grattacieli, come possono gli esseri umani creare tanti angoli retti quando i loro comportamenti sono così contorti?" - Un neofita si interroga sul paradosso delle altezze

 

Questa frase, tratta dal film "Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet", fa davvero riflettere. Vedendo quei giganti di cemento e vetro che si stagliano nel cielo, con le loro linee così precise e quegli angoli retti perfetti, viene da chiedersi: ma come fanno gli esseri umani, con tutte le loro stranezze, i loro pensieri complicati e le azioni a volte un po' "storte", a costruire cose così incredibilmente dritte e squadrate?

La cosa mi sembra quasi magica. L’uomo, che spesso fatica a seguire una linea retta nei suoi ragionamenti o a mantenere una promessa senza qualche "deviazione", riesce a progettare e costruire edifici dove ogni spigolo sembra misurato al millimetro. È un contrasto che incuriosisce, e si può provare a capire un po' meglio come sia possibile questa "quadratura del cerchio".

Quel che ho scoperto è affascinante. Sembra che la chiave stia nella nostra incredibile capacità di pensare in modo astratto. Mentre le nostre emozioni e i nostri comportamenti possono essere un po' un labirinto, la nostra mente è capace di concepire idee perfette, come quella dell'angolo retto. Un angolo di 90 gradi è una cosa chiara, definita, che non dipende dal nostro umore o dalle nostre indecisioni. È un concetto che si può studiare con la matematica e la logica, quasi un linguaggio a parte che permette di andare oltre le incertezze umane.

Ma la costruzione di un grattacielo non è un'impresa improvvisata, bensì si basa su regole ben precise. La fisica, ad esempio, non è "opinabile": la gravità è quella che è, e i materiali hanno una certa resistenza. Per far stare in piedi un edificio così alto, bisogna fare calcoli precisissimi e seguire delle leggi ferree. L'angolo retto, spesso, non è solo una scelta estetica, ma il modo più logico e sicuro per unire le diverse parti della struttura e farla resistere alle forze che la sollecitano.

Un'altra cosa sorprendente è la tecnologia usata. Esistono strumenti incredibilmente precisi, come dei laser che tracciano linee invisibili e dei computer che disegnano ogni dettaglio del palazzo prima ancora che venga posato un solo mattone. Questi strumenti aiutano a superare i limiti dei nostri occhi e delle nostre mani, garantendo che ogni angolo sia esattamente come deve essere.

E poi c'è il lavoro di un sacco di persone diverse, ognuna con il suo compito. Ci sono gli architetti che immaginano la forma, gli ingegneri che calcolano come farla stare in piedi, i geometri che misurano ogni centimetro e gli operai che mettono insieme i pezzi. È come un'orchestra dove ognuno deve suonare la nota giusta al momento giusto per creare una sinfonia perfetta di angoli retti e linee verticali.

Insomma, da semplice curioso, ho iniziato a capire che la costruzione di un grattacielo, con la sua geometria così rigorosa, è un po' come un'applicazione della nostra intelligenza più "pura", quella capace di astrazione e di logica, al mondo fisico. È come se, per un attimo, riuscissimo a mettere da parte le nostre "contorsioni" umane e a creare qualcosa di incredibilmente ordinato e preciso. È un paradosso affascinante: noi, esseri umani così complicati, capaci di erigere queste perfette geometrie che sfidano il cielo.





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