Autorità o influenza? Un viaggio tra le dinamiche del comando, illuminato da esperienze reali di leadership e dalle chiavi della comunicazione efficace
Il desiderio di guidare, di influenzare il corso degli eventi
e il comportamento altrui, è un tratto profondamente radicato nella psiche
umana. Che si tratti di educare un figlio, gestire un team di lavoro o guidare
una nazione, la capacità di esercitare un'influenza è fondamentale. Le
riflessioni che seguiranno in questo capitolo non nascono da mere disquisizioni
teoriche, bensì da anni di esperienza diretta sul campo, indossando sia i panni
del leader che quelli del formatore nel complesso e dinamico mondo della
comunicazione interpersonale e professionale. Proprio questa doppia prospettiva
mi ha permesso di osservare da vicino le dinamiche di potere e di influenza,
distinguendo con chiarezza la linea sottile, ma profondamente significativa,
tra due concetti spesso confusi: l'autoritarismo e l'autorevolezza.
Troppo spesso, il potere viene scambiato per autorevolezza, e
la fermezza per autoritarismo. Ma come un abile scultore sa distinguere la
creta informe dal marmo pregiato, così è cruciale comprendere la sottile ma
sostanziale differenza tra chi comanda per imposizione e chi guida per
ispirazione.
L'autoritarismo si erge su fondamenta di rigida
gerarchia, controllo unilaterale e obbedienza incondizionata. La sua voce è un
editto, raramente un invito al dialogo. Le decisioni piovono dall'alto, spesso
senza spiegazioni o giustificazioni, lasciando chi le subisce in una posizione
di passività e, talvolta, di risentimento. L'autoritario si affida alla paura
della punizione, alla minaccia velata o esplicita, per mantenere l'ordine. Il
suo mantra potrebbe essere riassunto in un lapidario: "Si fa come dico
io, perché lo dico io".
In un contesto autoritario, la creatività viene soffocata,
l'iniziativa scoraggiata e il pensiero critico percepito come una minaccia
all'ordine costituito. Le relazioni sono spesso tese, basate sul timore
piuttosto che sul rispetto. Sebbene un regime autoritario possa apparire
efficiente nel breve termine, grazie alla rapidità delle decisioni imposte, a
lungo andare tende a generare frustrazione, dipendenza e una scarsa capacità di
problem solving autonomo nei suoi sottoposti. L'assenza di un terreno fertile
per la crescita individuale e collettiva mina la resilienza e l'innovazione.
L'autorevolezza, al contrario, fiorisce su un terreno
di rispetto guadagnato, competenza dimostrata e fiducia reciproca. La figura
autorevole non impone, ma ispira. La sua leadership non si basa sul
potere coercitivo, ma sulla capacità di guidare attraverso l'esempio, la
conoscenza e una profonda comprensione delle dinamiche in gioco. Le decisioni,
pur rimanendo di sua responsabilità, vengono spesso condivise o almeno
spiegate, creando un senso di appartenenza e di comprensione negli altri.
L'autorevolezza non teme il dissenso costruttivo, anzi, lo
incoraggia come fonte di crescita e miglioramento. Sa ascoltare diverse
prospettive, valutare criticamente le informazioni e prendere decisioni
ponderate, anche quando difficili. Il suo "peso" non deriva dalla
forza bruta, ma dalla saggezza, dalla coerenza e dalla capacità di infondere
sicurezza e fiducia in chi lo segue. Il suo motto potrebbe essere: "Credo
in voi e nelle vostre capacità, e vi guiderò verso un obiettivo comune".
In un ambiente caratterizzato da autorevolezza, le persone si
sentono valorizzate, motivate e responsabilizzate. La creatività fiorisce,
l'iniziativa è incoraggiata e il pensiero critico è visto come una risorsa
preziosa. Le relazioni sono improntate al rispetto, alla collaborazione e alla
fiducia. Sebbene la costruzione dell'autorevolezza richieda tempo, impegno e
una costante dimostrazione di integrità, i suoi effetti a lungo termine sono
profondi e duraturi, generando team resilienti, individui autonomi e società
più coese.
La vera sfida per chi esercita un ruolo di leadership risiede proprio in questa sottile arte di navigare tra l'imposizione sterile e la guida illuminata. Riconoscere la differenza tra il "dovere" di essere obbediti e il "merito" di essere seguiti è il primo passo verso una leadership efficace e, soprattutto, umana. L'autorità imposta può ottenere risultati immediati, ma l'autorevolezza costruisce un'eredità di crescita, fiducia e rispetto che si propaga ben oltre il singolo individuo. È la differenza tra un vento impetuoso che piega gli alberi e una brezza costante che li nutre e li fa crescere rigogliosi.
IL MIO PILASTRO...
Nessun commento:
Posta un commento