Dal bagno più famoso della storia ad una delle leggi fondamentali della fisica: scopri come un lampo di genio ha svelato i segreti del galleggiamento
Molto tempo fa, nell'antica Siracusa, viveva un uomo di nome Archimede,
un brillante matematico, fisico e inventore. Era una mente curiosa, sempre
intento a svelare i misteri del mondo che lo circondava. La sua fama lo
precedeva, e spesso il Re Gerone II si rivolgeva a lui per risolvere enigmi
complessi.
Un giorno, il Re si trovò di fronte a un problema che lo
tormentava. Aveva commissionato a un orafo una nuova corona d'oro, ma
sospettava che l'artigiano lo avesse imbrogliato, sostituendo parte dell'oro
puro con dell'argento, un metallo meno prezioso. Il dilemma era come verificare
la purezza della corona senza danneggiarla, visto che fonderla per analizzarla
non era un'opzione.
Il Re presentò il suo quesito ad Archimede, che accettò la
sfida. Il nostro scienziato passò giorni e notti a riflettere, provando diverse
strade, ma la soluzione gli sfuggiva. La leggenda narra che un pomeriggio,
stanco e con la mente affaticata, Archimede decise di concedersi un bagno
rilassante.
Mentre si immergeva nella vasca, notò qualcosa di
straordinario: l'acqua traboccava dalla vasca man mano che il suo corpo vi
entrava. E non solo, avvertì anche una sensazione di leggerezza, come se il suo
peso fosse diminuito. Fu in quel preciso istante che un lampo di genio lo
colpì! Capì che il volume di acqua spostata era esattamente uguale al volume
della parte del suo corpo immersa. E la forza che lo faceva sentire più
leggero? Era una forza, una spinta verso l'alto, esercitata dall'acqua.
Euforico, Archimede balzò fuori dalla vasca, dimentico di
essere nudo, e corse per le strade di Siracusa gridando "Eureka!
Eureka!" (Ho trovato! Ho trovato!). Aveva finalmente scoperto
il modo per svelare l'inganno dell'orafo.
Quella che Archimede aveva intuito nella vasca da bagno è
oggi conosciuta come il Principio di Archimede, un fondamento cruciale
della fisica. In termini semplici, questo principio afferma che:
"Un corpo immerso in un fluido (liquido o gas)
riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del volume del fluido
spostato."
Tornando alla corona del Re, Archimede capì che avrebbe
potuto determinare la sua purezza confrontando il suo comportamento in acqua
con quello di un pezzo d'oro puro dello stesso peso. Se la corona avesse
spostato un volume di acqua maggiore rispetto all'oro puro, avrebbe significato
che era meno densa e, quindi, conteneva un metallo meno pregiato come
l'argento, che ha un volume maggiore a parità di peso. E così fu: Archimede
dimostrò l'inganno dell'orafo, e la giustizia fu fatta.
Il Principio di Archimede non è solo una curiosa storia
antica; è un concetto fondamentale che permea la nostra vita quotidiana e ha
innumerevoli applicazioni pratiche:
- Le
navi galleggiano:
una nave, pur essendo immensa e pesantissima, riesce a galleggiare perché
il suo scafo è progettato per spostare un volume d'acqua il cui peso è
uguale o superiore al peso della nave stessa.
- I
sottomarini si immergono ed emergono: utilizzano serbatoi di zavorra che vengono
riempiti d'acqua per aumentare il loro peso e immergersi, o svuotati per
diminuirlo e risalire.
- I
palloni aerostatici volano: funzionano in modo simile, ma in un fluido gassoso
(l'aria). L'aria calda all'interno del pallone è meno densa dell'aria
circostante, creando una spinta verso l'alto che lo fa levitare.
- I
giubbotti di salvataggio: aumentano il volume complessivo della persona senza
aggiungere molto peso, aumentandone la spinta di galleggiamento.
Dalla curiosa osservazione di un uomo nella sua vasca da bagno, è nato un principio universale che ci aiuta a comprendere perché le cose galleggiano o affondano, e che ha permesso all'umanità di costruire imbarcazioni, esplorare le profondità marine e persino sollevarsi nel cielo. Una dimostrazione chiara di come la curiosità e l'osservazione possano portare a scoperte rivoluzionarie, trasformando un semplice momento di relax in un "Eureka!" che risuona ancora oggi.
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