West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

domenica 8 giugno 2025

Savant: geni nascosti e la mente quotidiana

 


La Sindrome del Savant: quando la mente ci stupisce (e cosa impariamo per la vita di tutti i giorni)


Ero comodamente seduto sul divano, davanti alla televisione, e stavo guardando "The Accountant 2"– sì, ormai anche i sequel importanti arrivano subito a casa! – quando a un certo punto mi sono ritrovato completamente affascinato dalla storia, oltre la storia! Il film, con Ben Affleck nel ruolo di protagonista, presenta personaggi e situazioni che portano a riflettere su capacità mentali straordinarie, a volte quasi incredibili, e proprio osservando come la trama si sviluppa attorno a queste doti uniche, la mia curiosità si è riaccesa, portandomi a riflettere su un concetto affascinante che conoscevo solo superficialmente: la Sindrome del Savant. Ovvia la curiosità e il conseguente approfondimento.

Avete mai sentito parlare di quelle persone che, pur avendo difficoltà a volte anche serie, sono capaci di cose incredibili? Tipo suonare un pezzo complicato al pianoforte dopo averlo sentito una sola volta, o disegnare una città nei minimi dettagli come se avessero una macchina fotografica nella testa? Ecco, stiamo parlando della Sindrome del Savant, un fenomeno che ci fa davvero dire: "Ma la mente umana, che roba è?"

La Sindrome del Savant è una cosa rara, sì, ma affascinante. Immaginiamo persone che magari fanno fatica in tante cose della vita di tutti i giorni – spesso parliamo di chi è nello spettro autistico, ma non solo – e poi, puff, tirano fuori un talento pazzesco in un campo specifico. Potrebbe essere la musica, il disegno, calcoli matematici velocissimi, o ricordare date e fatti come un computer. Non è un "essere bravo in tutto", ma proprio un'abilità straordinaria, quasi inspiegabile, che salta all'occhio perché contrasta con le altre difficoltà.

Ma come funziona questa magia? Beh, la scienza non ha ancora tutte le risposte. Ci sono teorie che parlano di come il cervello si "riorganizza" o compensa, magari attivando di più la parte destra, quella più legata alla creatività e alle immagini, rispetto alla sinistra, che si occupa di logica e linguaggio. È come se alcune "porte" si chiudessero e altre si aprissero in modo inaspettato, dando accesso a capacità che a noi sembrano impossibili.

Ok, possiamo dire, è interessante, ma a me cosa serve sapere queste cose? In realtà, studiare tale teoria ci insegna tanto su come funziona la nostra intelligenza e su come possiamo vedere il mondo (e noi stessi!) in modo diverso. Ed è qui che la storia si collega alla nostra quotidianità.

Quante volte pensiamo che "intelligente" sia solo chi va bene a scuola o chi è un genio della matematica? La Sindrome del Savant ci sbatte in faccia che no, l'intelligenza ha mille facce! C'è chi è bravissimo a organizzare, chi ha una memoria fotografica per i nomi, chi risolve problemi pratici con soluzioni che nessuno si sarebbe mai sognato. Ognuno di noi ha le sue "isole di genio", anche se magari non sono così spettacolari. È importante riconoscere e apprezzare queste diverse forme di intelligenza, sia negli altri che in noi stessi.

I savant ci ricordano che il nostro cervello è incredibile e può imparare e svilupparsi in modi che non immaginiamo. Forse non diventeremo tutti dei geni della musica, ma pensare a queste storie ci spinge a chiederci: "Quali sono le mie inclinazioni? Dove potrei migliorare o sorprendermi?" Magari scopriamo un talento che non sapevamo di avere, semplicemente perché non ci abbiamo mai provato o non ci abbiamo fatto caso.

Viviamo in un mondo che a volte sembra voler omologare tutti, preferendo un certo tipo di "bravo". Ma la Sindrome del Savant ci mostra la bellezza della diversità cognitiva. Immaginiamo un gruppo di lavoro dove ognuno pensa in modo diverso e ha abilità uniche: le soluzioni che ne verrebbero fuori sarebbero molto più ricche e innovative! Riconoscere che ognuno porta un pezzo speciale al puzzle rende tutto più interessante e produttivo.

La Sindrome del Savant ci insegna a non fermarci all'apparenza o alle "etichette". Se una persona ha delle difficoltà, è facile concentrarsi solo su quelle. Ma la storia dei savant ci dimostra che anche dove ci sono sfide importanti, possono coesistere capacità uniche e straordinarie. Dovremmo imparare a cercare sempre il potenziale, le risorse e le abilità in ogni persona, andando oltre i pregiudizi e le diagnosi.

Alla fine, la Sindrome del Savant non è solo una curiosità scientifica. È un promemoria potente su quanto siamo complessi e meravigliosi. Ci invita a guardare l'intelligenza con occhi nuovi, a valorizzare ciò che di unico c'è in noi e negli altri, e a capire che la ricchezza del mondo spesso si nasconde proprio nella sua incredibile diversità.





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