Il 4 settembre 1666, il Grande Incendio di Londra raggiunse il suo apice, trasformando la capitale inglese in un inferno di fiamme e cenere. Iniziato due giorni prima, il 2 settembre, in una panetteria di Pudding Lane, l'incendio si diffuse con una velocità e una ferocia inaudite, alimentato da un forte vento orientale e dalle condizioni urbane di una città costruita prevalentemente in legno e paglia.
Le condizioni erano perfette per un disastro. Londra,
all'epoca, era un intrico di strade strette e case a graticcio, addossate le
une alle altre. Un'estate particolarmente secca aveva reso gli edifici ancora
più infiammabili. L'incendio, scoppiato nella panetteria di Thomas Farriner, si
estese rapidamente, complice l'iniziale sottovalutazione della situazione da
parte del sindaco, Sir Thomas Bloodworth, che liquidò l'allarme come una
sciocchezza.
Il 4 settembre, il fuoco era ormai fuori controllo. Le fiamme divoravano intere vie, inghiottendo tutto ciò che incontravano. La distruzione era immensa: circa 13.200 case, 87 chiese parrocchiali e la maggior parte degli edifici pubblici andarono in fumo.
Uno dei simboli della distruzione fu la Cattedrale di St.
Paul, un'imponente struttura gotica medievale, considerata un capolavoro
architettonico. Il 4 settembre, l'incendio la raggiunse, e il calore intenso
fuse il piombo del tetto, che si riversò sulle strade come un fiume
incandescente. L'edificio, seppur in pietra, crollò sotto la furia delle
fiamme, lasciando un guscio carbonizzato. Questo evento segnò un punto di non
ritorno per la città.
Nonostante la devastazione materiale, il bilancio delle
vittime fu sorprendentemente basso, ufficialmente solo otto. Tuttavia,
l'incendio lasciò circa 100.000 persone senza casa. L'evento, seppur tragico,
portò a una radicale trasformazione di Londra. La ricostruzione, affidata in
gran parte all'architetto Sir Christopher Wren, portò alla nascita della città
moderna.
Wren presentò un ambizioso piano di ricostruzione con ampi
viali e piazze, ma fu ostacolato dalle questioni legali legate alla proprietà
dei terreni. Nonostante ciò, la ricostruzione portò a importanti innovazioni:
vennero vietati i tetti di paglia e vennero preferiti mattoni e pietra,
riducendo drasticamente il rischio di futuri incendi. La Cattedrale di St. Paul
fu ricostruita da Wren tra il 1675 e il 1710, e la sua cupola divenne il nuovo
simbolo della città. Il Grande Incendio, oltre a rimodellare l'urbanistica di
Londra, contribuì anche a debellare l'epidemia di peste che aveva afflitto la
città l'anno precedente, uccidendo i ratti portatori della malattia e risanando
l'ambiente.
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