West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

giovedì 25 settembre 2025

La teoria delle “Finestre Rotte”: quando il piccolo disordine incoraggia il grande crimine

 


Dalla plastica non ritirata al degrado quotidiano

 

In questi giorni, a Savona, l'allarme meteo ha impedito il regolare ritiro della plastica, secondo regole stabilite ma non conosciute da tutti, o cmq dimenticate. I cittadini hanno lasciato i sacchetti della plastica per strada, e lì sono rimasi a lungo, creando una situazione di disagio e confusione. Lasciamo perdere per una volta la ricerca del colpevole e allarghiamo il discorso.

Questo evento, per quanto eccezionale, ha riportato in primo piano una problematica più subdola e frequente: l'accumulo di rifiuti e il degrado urbano come segnale di abbandono. Non è raro vedere sacchetti depositati fuori orario, marciapiedi sporchi o cestini traboccanti, anche in assenza di allarmi. Come qualcuno ha giustamente fatto notare, il degrado chiama degrado.

Questo circolo vizioso trova una spiegazione illuminante nella Teoria delle Finestre Rotte (Broken Windows Theory), un concetto che ha rivoluzionato il modo di pensare la sicurezza urbana e la lotta alla criminalità. Vediamo come un semplice sacchetto di plastica o una panchina danneggiata possano diventare i primi segnali di una spirale ben più pericolosa.

L'idea che il disordine fisico inneschi il caos sociale non nasce solo da osservazioni generiche. Fu lo psicologo Philip Zimbardo a fornire la base empirica già nel 1969 con un esperimento illuminante:

Zimbardo lasciò due auto identiche abbandonate in due quartieri molto diversi: una nel Bronx a New York (area povera e ad alto tasso di criminalità) e l'altra a Palo Alto in California (quartiere ricco e tranquillo).

1.   Bronx: L'auto fu rapidamente smontata e vandalizzata nel giro di poche ore.

2.   Palo Alto: L'auto rimase intatta per giorni.

Tuttavia, il vero punto di svolta arrivò quando i ricercatori ruppero un vetro dell'auto di Palo Alto. A quel punto, in breve tempo, anche quell'auto fu completamente vandalizzata.

La conclusione fu chiara: non è solo la povertà o la demografia a innescare la criminalità. Il fattore decisivo è il segnale di abbandono veicolato da quella prima "finestra rotta". Se a nessuno importa di un danno, l'impunità è implicita e autorizza a commettere altri atti.

Riprendendo questo principio, alcuni sociologi coniarono, nel 1982, la Teoria delle Finestre Rotte. La loro idea è che il disordine minore (come i graffiti, la spazzatura, o appunto una finestra rotta non riparata) è l'inizio di una spirale discendente:

  • Un piccolo segno di incuria trasmette un messaggio chiaro: "A nessuno importa. Qui le regole possono essere violate".
  • Questa percezione di impunità incoraggia i piccoli trasgressori e crea paura nei residenti onesti.
  • I cittadini smettono di frequentare gli spazi comuni e diminuiscono la sorveglianza informale sul vicinato.
  • Questo "vuoto di controllo" viene percepito dai criminali più seri come un invito, portando all'escalation verso il crimine maggiore.

L'applicazione più famosa e controversa si ebbe a New York City negli anni '90, dove l'amministrazione di Rudy Giuliani e il commissario William Bratton adottarono una politica di tolleranza zero (zero tolerance). Reprimendo severamente i reati minori, miravano a ristabilire l'ordine fin dalle basi. I tassi di criminalità scesero drasticamente, ma non senza pesanti conseguenze.

Il punto più dolente è che la politica di "tolleranza zero" è stata accusata di aver portato a un'applicazione della legge sproporzionata nei confronti di minoranze e persone a basso reddito. Molti studiosi, inoltre, sostengono che la caduta della criminalità a New York fu dovuta anche a fattori demografici ed economici, ridimensionando il ruolo esclusivo della teoria.

In conclusione, la Teoria delle Finestre Rotte ci insegna che l'ambiente in cui viviamo ha un impatto profondo sul nostro comportamento e sul senso di comunità. La vera sfida, quindi, è duplice: le istituzioni devono agire prontamente per riparare le "finestre rotte" fisiche, ma i cittadini devono fare la loro parte nel mantenere il controllo sociale informale, vigilando sui propri spazi e non tollerando i piccoli segni di abbandono.








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