Il 2 settembre 1973, Lucio
Battisti pubblica l'ottavo album
della sua carriera e il quarto di inediti, Il nostro caro angelo.
Sebbene non abbia raggiunto la fama di capolavori come Il mio canto libero o il successivo Anima latina, il disco rappresenta
una tappa fondamentale e audace nel percorso artistico del cantautore, segnando
un netto passaggio verso la sperimentazione.
Con Il nostro caro angelo, Battisti spiazza critica e
pubblico. Abbandona le strutture classiche della canzone pop italiana per
avventurarsi in sonorità più complesse e vicine al progressive rock. Le
melodie, pur restando orecchiabili, si fanno meno dirette, le ritmiche più elaborate
(come nel caso de "La canzone della terra" con i suoi suoni
tribali), e gli arrangiamenti più ricchi. È un album di transizione che getta
le basi per le successive ricerche sonore, in particolare quelle di Anima
latina.
Nonostante il parere negativo del produttore Gian Piero Reverberi, il disco si dimostra un successo commerciale, raggiungendo la vetta delle classifiche italiane e risultando il secondo album più venduto del 1973.
I testi scritti da Mogol per questo album sono tra i più
complessi e metaforici della loro collaborazione. Affrontano tematiche di
critica sociale, che spaziano dalla denuncia del consumismo all'ecologia, dalla
critica al conformismo borghese a un'ambigua riflessione sulla Chiesa
cattolica. Il brano che dà il titolo all'album, in particolare, è stato
interpretato come una critica al perbenismo e alle convenzioni, con l'angelo
che rappresenta l'ideale umano che la vita e le istituzioni cercano di soffocare.
La copertina, ideata da Mogol e dallo Studio G7, è altrettanto enigmatica e provocatoria. L'immagine di una statua di angelo con in mano una bandiera americana, circondata da personaggi strani e simbolici (un pasticciere, un uomo-robot fatto di detersivi), ha generato diverse interpretazioni, alimentando il mistero e il fascino intorno al lavoro.
Oggi, Il nostro caro angelo è rivalutato e considerato
uno dei vertici della produzione battistiana. L'album testimonia il coraggio
artistico di Battisti di non rimanere confinato nel genere che lo aveva reso
celebre, ma di spingersi oltre, alla ricerca di nuovi orizzonti sonori e
concettuali. È un'opera che richiede un ascolto attento per cogliere tutte le
sue sfumature, confermando ancora una volta il genio di uno degli artisti più
influenti e innovativi della musica italiana.
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