West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

giovedì 23 ottobre 2025

Bruno Lauzi, il poeta della musica che Genova non dimentica


 

A diciannove anni dalla sua scomparsa, Genova e la musica italiana ricordano Bruno Lauzi, voce gentile e pensiero acuto della canzone d’autore


Il 24 ottobre 2006 ci lasciava Bruno Lauzi, una delle voci più autentiche e raffinate della canzone d’autore italiana. A distanza di anni, il suo nome continua a risuonare con forza, non solo per le melodie che ha regalato, ma per il pensiero lucido, ironico e profondo che ha saputo esprimere in musica, poesia e prosa.

Nato ad Asmara nel 1937, ma cresciuto a Genova, Lauzi è stato uno dei pilastri della celebre scuola genovese, accanto a Fabrizio De André, Gino Paoli, Umberto Bindi e Luigi Tenco. Un gruppo di artisti che ha rivoluzionato il modo di scrivere canzoni in Italia, portando nei testi una nuova sensibilità letteraria, sociale e umana.

Lauzi, però, ha sempre mantenuto una sua traiettoria personale. Meno incline all’epica e alla denuncia, più vicino alla malinconia quotidiana, all’ironia sottile, alla tenerezza disarmante. Brani come Ritornerai, Genova per noi, Il poeta, Onda su onda sono diventati classici, capaci di parlare a generazioni diverse con la stessa intensità.

Ma Bruno Lauzi non è stato solo cantautore. È stato anche scrittore, poeta, traduttore, autore di romanzi e raccolte di versi, spesso attraversati da una vena caustica e da una lucidità rara. La sua penna, come la sua voce, sapeva essere gentile e tagliente, leggera e profonda.

La sua scomparsa, avvenuta il 24 ottobre 2006, ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Eppure, ogni anno, in questa data, il suo ricordo torna a farsi vivo. Nei dischi che continuiamo ad ascoltare, nei libri che rileggiamo, nelle parole che ci tornano in mente quando Genova si fa pioggia, mare, nostalgia.

Bruno Lauzi non ha mai cercato il clamore. Ha preferito il passo breve, la nota giusta, il verso che resta. Ed è proprio per questo che oggi, nel ricordarlo, non celebriamo solo un artista, ma un modo di essere, di scrivere, di vivere la musica come forma di verità.

Genova lo sa. E lo custodisce.




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