Una lezione di “tempo” (e di vita)
Come musicofilo e appassionato, ho spesso trovato
affascinante il modo in cui alcuni brani riescano a cambiare la nostra
percezione del ritmo. Quando si prova a spiegare il concetto di tempo dispari a
qualcuno, c'è un punto di partenza quasi obbligato: "Take Five".
La sua melodia, così accessibile nonostante la complessità ritmica, lo rende
l'esempio didattico perfetto.
Oggi, 6 dicembre, ricordiamo la nascita di Dave Brubeck (1920-2012), il pianista, compositore e leader di band che ha portato questa complessità ritmica al successo globale.
La carriera di Brubeck fu principalmente definita dal Dave Brubeck Quartet, un gruppo che raggiunse il culmine della popolarità con l'inclusione del sassofonista alto Paul Desmond. Insieme, hanno realizzato uno degli album più influenti e commercialmente di successo della storia del jazz: Time Out (1959).
L'album Time Out rappresentò un punto di svolta per la
musica popolare americana, dimostrando che concetti musicali complessi potevano
raggiungere il grande pubblico. Il disco era notevole per l'esplorazione e
l'uso di metri e segnature di tempo inusuali per il jazz e la musica mainstream
dell'epoca.
Mentre la maggior parte della musica popolare si basava sul
comune 4/4 (un ritmo che percepiamo come "uno-due-tre-quattro"),
Brubeck e il suo quartetto attinsero a ritmi diversi, in particolare quelli
dell'Europa orientale e del Medio Oriente, che Brubeck aveva conosciuto durante
i suoi tour.
- "Blue Rondo à la Turk" utilizzava il tempo 9/8 (suonato anche da ELP)
- "Take Five", sebbene composto da Paul Desmond, divenne l'emblema di questa sperimentazione con il suo ritmo distintivo in 5/4.
Per chi si avvicina per la prima volta a un tempo dispari
come il 5/4, il segreto è non contare cinque battiti isolati, ma suddividere il
ciclo in due gruppi più gestibili. Il brano Take Five suggerisce
naturalmente questa divisione: 3 + 2.
Se proviamo a battere il ritmo contando ad alta voce:
UN-due-tre QUAT-tro-cinque
(dove le sillabe in maiuscolo ricevono l'accento metrico
principale), si ottiene immediatamente la pulsazione unica e dondolante del
pezzo. La melodia e l'accompagnamento del pianoforte di Brubeck sono costruiti
su questa struttura, rendendo il 5/4 non un'astrazione matematica, ma un ritmo
concreto e ballabile.
Questa fusione di complessità ritmica e accessibilità melodica contribuì a posizionare Brubeck come una figura di ponte tra il jazz tradizionale e le correnti più intellettuali e sperimentali.
Un aspetto che ricorre nel ricordo di Dave Brubeck è la
singolare coincidenza delle date che segnano l'inizio e la fine della sua vita.
Il 6 dicembre è l'anniversario della sua nascita, ma la sua scomparsa è
avvenuta quasi esattamente 24 ore prima.
Brubeck è morto il 5 dicembre 2012 per insufficienza
cardiaca, alla vigilia del suo 92° compleanno. È un dettaglio che, per un
musicista la cui opera è stata interamente dedicata allo studio e alla
manipolazione del tempo, aggiunge una nota particolare al suo ricordo.
Oggi, il 6 dicembre, si rinnova l'occasione per riconoscere l'eredità di un musicista che ha esteso i confini del jazz. La sua musica continua a essere un punto di riferimento, per la sua qualità artistica e per aver reso la matematica del ritmo uno strumento espressivo alla portata di tutti.

Nessun commento:
Posta un commento