West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

domenica 4 maggio 2025

Il "Magico Bastoncino" degli Anni '70: Il Regolo Calcolatore, compagno di studio e di lavoro


 
Il "Magico Bastoncino" degli Anni '70: quando il regolo calcolatore era il re dei numeri, compagno inseparabile di studenti e professionisti in un'era senza calcolatrici tascabili

Immaginiamo un mondo senza calcolatrici tascabili onnipresenti, un’epoca dove lo smartphone era fantascienza pura. In questo scenario, un oggetto apparentemente semplice, un “bastoncino” con delle scale scorrevoli, era uno strumento potente e incredibilmente diffuso: il regolo calcolatore.

Negli anni '70, se eri uno studente di materie scientifiche, un ingegnere, un architetto o anche un navigatore, molto probabilmente avevi un regolo calcolatore. Era un po' come la bacchetta magica del matematico e del tecnico, un oggetto che permetteva di eseguire moltiplicazioni, divisioni, calcoli di radici quadrate e persino funzioni trigonometriche con una precisione sorprendente per l'epoca.

Non c'erano batterie da scaricare né display digitali. Il regolo funzionava puramente meccanicamente, sfruttando la magia dei logaritmi. Certo, all'inizio poteva sembrare un po' misterioso. Bisognava imparare ad allineare le diverse scale, a interpretare i risultati e a stimare l'ordine di grandezza. Non ti dava la risposta esatta con la precisione di un moderno calcolatore (che all'epoca non esisteva in forma portatile!), ma ti forniva un risultato più che sufficiente per la maggior parte delle applicazioni pratiche.

Ricordo ancora il fruscio delle scale che scorrevano, il clic preciso quando si allineavano i segni. C'era una certa manualità, un contatto fisico con il calcolo che oggi è andato un po' perso. Usare il regolo non era solo ottenere un numero, era capire la relazione tra le grandezze in gioco, era sviluppare un senso intuitivo per i numeri. Personalmente, nella mia scuola, la calcolatrice elettronica fece la sua timida comparsa solo nel 1977. Fino ad allora, il regolo era il re incontrastato, lo strumento che ci accompagnava nei compiti e nelle verifiche, richiedendo precisione e una buona dose di concentrazione.

Nelle aule universitarie, nei cantieri, negli studi di progettazione, il regolo era un compagno fidato. Lo si portava con sé nella sua custodia di cuoio o di plastica, pronto all'uso. Era un simbolo di competenza tecnica, quasi un distintivo per chi lavorava con i numeri.

Certo, con l'avvento delle prime calcolatrici elettroniche (ingombranti e costose, all'inizio) alla fine degli anni '70 e nei primi anni '80, il regolo calcolatore iniziò lentamente a scomparire. La velocità e la precisione delle nuove macchine erano innegabili. Ma per chi ha vissuto quell'epoca, il ricordo del “magico bastoncino” rimane vivo, un simbolo di un tempo in cui l'ingegno umano e una profonda comprensione dei principi matematici erano gli strumenti principali per risolvere i problemi.

Il regolo calcolatore non era solo uno strumento di calcolo, era parte di una cultura, un oggetto che raccontava un modo diverso di approcciarsi alla scienza e alla tecnologia. Un piccolo pezzo di storia che merita di essere ricordato.

Oggi, guardando i giovani affidarsi ciecamente a una calcolatrice persino per le operazioni più elementari, sorge una punta di malinconia. Forse, con la scomparsa del regolo, si è persa anche un po' di quella familiarità intuitiva con i numeri, di quella capacità di stimare e di comprendere la logica intrinseca del calcolo manuale. 

Il "magico bastoncino" non era solo uno strumento, ma un modo di pensare.




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