West Virginia

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Buckhannon, West Virginia dicembre 1996

sabato 24 maggio 2025

Il mandolino: oltre pizza e tarantelle, un cuore antico che ancora vibra

 


Oltre l'immaginario comune: un viaggio sorprendente nel passato e presente del mandolino, dalle corti barocche ai palchi del rock


Nell'immaginario collettivo, il mandolino evoca immediatamente immagini pittoresche: gondole veneziane, pizzerie affollate e le melodiose note di "O Sole Mio" che risuonano tra i vicoli di Napoli. Certo, il legame con la cultura popolare italiana è innegabile e profondamente radicato, ma ridurre la storia e il potenziale di questo affascinante strumento a soli questi stereotipi sarebbe un'ingiustizia. Il mandolino, infatti, vanta una storia ricca e complessa, che attraversa secoli e continenti, e che ancora oggi si manifesta in modi sorprendentemente diversi, ben oltre le tarantelle.

Le radici del mandolino affondano in tempi antichissimi, ben prima che la pizza conquistasse il mondo. Discendente diretto del liuto medievale e rinascimentale, la sua forma e la sua tecnica si sono evolute attraverso i secoli, dando vita a diverse varianti regionali. Strumento da camera per eccellenza, fu ampiamente utilizzato nel Barocco, apprezzato da compositori del calibro di Antonio Vivaldi, che gli dedicò concerti di rara bellezza (come il celebre Concerto in Do maggiore RV 425 e due concerti per due mandolini e orchestra). La sua voce delicata ma vibrante trovava spazio nei salotti nobiliari, nelle corti reali e nelle accademie musicali.

Il suo prestigio continuò nell'epoca classica: anche Wolfgang Amadeus Mozart lo inserì nella sua opera Don Giovanni (nella famosa serenata di Don Ottavio, "Deh, vieni alla finestra"). E persino il gigante Ludwig van Beethoven non disdegnò il mandolino, dedicandogli ben quattro piccole sonatine, a testimonianza della sua versatilità e della sua capacità di esprimere sentimenti intimi e delicati. Altri compositori illustri come Giovanni Paisiello, Johann Adolf Hasse, Johann Nepomuk Hummel e Johann Hoffmann scrissero opere significative per questo strumento, contribuendo a elevarne lo status nel panorama della musica "colta".

Nei secoli successivi, il mandolino ha continuato a prosperare in tutta Europa. In Italia, certo, ma anche in Germania, Francia e Inghilterra, dove le orchestre di mandolini fiorivano e le scuole di musica ne insegnavano la padronanza. Era uno strumento versatile, capace di esprimere sia la dolcezza della musica da camera che la vivacità delle danze popolari.

Se il mandolino è profondamente legato alla cultura italiana, la sua risonanza è universale. Attraversando l'Atlantico con gli immigrati europei, trovò nuova linfa vitale negli Stati Uniti, dove si integrò perfettamente nelle nascenti tradizioni musicali. Nel profondo Sud, il mandolino divenne un elemento essenziale del blues e del folk americano. La sua sonorità tagliente e percussiva si sposava perfettamente con le esigenze di accompagnamento ritmico e melodia solista, spesso in combinazione con la chitarra e l'armonica. Artisti come Yank Rachell e Howard Armstrong hanno dimostrato la versatilità del mandolino nel blues, infondendogli un'anima cruda e malinconica, ben lontana dalle melodie solari napoletane. Nel contesto del bluegrass, Bill Monroe, considerato il "padre del bluegrass", ha elevato il mandolino a strumento solista di primissimo piano, definendone il suono e il ruolo in questo genere.

E non è tutto. Con l'avvento del rock'n'roll, il mandolino ha trovato un inaspettato palcoscenico. Sebbene non sia uno strumento cardine come la chitarra elettrica, la sua presenza in brani di band iconiche ha dimostrato la sua capacità di aggiungere colore, texture e un tocco distintivo al sound rock. Come dimenticare l'indimenticabile intro di "The Battle of Evermore" dei Led Zeppelin, con la chitarra acustica e il mandolino di Jimmy Page che tessono un'atmosfera magica? Anche i R.E.M. hanno utilizzato il mandolino in brani come "Losing My Religion", conferendogli un timbro malinconico e riconoscibile. Altri artisti di rilievo come Rod Stewart, George Harrison e Bruce Springsteen hanno occasionalmente impreziosito le loro composizioni con le note del mandolino, dimostrandone l'adattabilità e la capacità di arricchire il panorama sonoro del rock.

Oggi, il mandolino continua a vivere e a evolvere. Non è solo uno strumento da concerto o da museo, ma in molte culture, è un compagno quotidiano. Dalle festività tradizionali in Irlanda, dove è parte integrante della musica celtica, alle sessioni di bluegrass negli Stati Uniti, fino alle nuove sperimentazioni di artisti contemporanei, il mandolino è uno strumento vivo. Mandolinisti jazz come David Grisman hanno esplorato le sue potenzialità in un contesto più moderno e improvvisativo, dimostrando la sua versatilità anche in questo genere complesso.

La sua riscoperta può avvenire in modo del tutto inaspettato. Per me, ad esempio, l'avvicinamento a questo strumento affascinante è avvenuto nel 2008, proprio a Savona. In quell'anno, la città ospitò una "Settimana del Mandolino", un'iniziativa del Maestro Carlo Aonzo che culminò con un concerto finale davvero memorabile. Ascoltare la ricchezza timbrica, la precisione e la passione di quegli esecutori dal vivo mi ha aperto gli occhi su un mondo che andava ben oltre le mie preconcezioni. Ha dimostrato che il mandolino è uno strumento di grande profondità, capace di toccare corde emotive diverse e di adattarsi a contesti musicali impensabili.

In alcune comunità, lo si trova ancora nelle case, suonato per il puro piacere di fare musica, per accompagnare canti o semplicemente per divertimento. La sua dimensione compatta lo rende facilmente trasportabile e accessibile, e la sua sonorità brillante e melodica lo rende gratificante da suonare anche per i non professionisti.

Dimentichiamo per un attimo gli stereotipi e apriamoci alla ricchezza del mandolino. È uno strumento che ha attraversato epoche e generazioni, adattandosi, reinventandosi e dimostrando una resilienza straordinaria. Dal Barocco al blues, dalla musica classica al rock, la sua voce ha continuato a vibrare, raccontando storie di popoli, passioni e cambiamenti. La prossima volta che sentirete il suono di un mandolino, andate oltre l'immagine scontata: ascoltate la sua storia antica, la sua anima blues, il suo cuore rock e la sua vibrazione universale che ancora oggi ci affascina.





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