Il 23 novembre 1975 è il giorno in cui la storia del rock cambiò per sempre. In quella data, l'epopea dei Queen raggiunse il suo primo, incredibile picco: la loro opera magna, "Bohemian Rhapsody", si consolidava al primo posto della classifica dei singoli del Regno Unito, posizione che avrebbe mantenuto per ben nove settimane consecutive: fu una dichiarazione d'intenti che trasformò i Queen da una band promettente a un fenomeno globale inarrestabile.
Nel 1975, il panorama musicale era dominato da singoli pop e
rock che raramente superavano i tre minuti. L'idea che una traccia di 5 minuti
e 55 secondi — priva di un ritornello tradizionale, che univa opera, ballata
sentimentale, hard rock e passaggi a cappella — potesse dominare le classifiche
era considerata una follia.
Le case discografiche esitarono. I dirigenti spingevano per accorciare il brano. Ma Freddie Mercury fu irremovibile. Secondo la leggenda, diede una copia della traccia al DJ radiofonico Kenny Everett, pregandolo di non farla ascoltare a nessuno. Ovviamente, Everett la suonò in onda per ben due volte nello stesso weekend, scatenando un'ondata di richieste e costringendo la EMI a pubblicare il singolo nella sua versione integrale.
Il cuore pulsante di "Bohemian Rhapsody" è la sua
sezione operistica, un caleidoscopio di voci che recita nomi come Bismillah,
Galileo e Figaro.
All'epoca, la tecnologia di registrazione a 24 tracce era
all'avanguardia. I Queen (in particolare Freddie Mercury, Brian May e Roger
Taylor) la spinsero ai limiti, registrando le loro voci così tante volte che,
in alcuni punti, la traccia conteneva 180 sovraincisioni separate! Era come
avere un coro di centinaia di persone, tutto creato da solo tre voci.
Questa stratificazione non era fine a sé stessa; creava un effetto teatrale e drammatico che amplificava il mistero e l'emozione del testo enigmatico di Mercury.
L'impatto del brano fu amplificato dal suo innovativo
videoclip promozionale. Girato in sole quattro ore, costò appena 4.500
sterline.
In un'epoca in cui le band si affidavano per lo più alle esibizioni dal vivo in TV, i Queen crearono un "mini-film" visivamente sbalorditivo. Questo video non solo permise al gruppo di "essere" in più posti contemporaneamente, ma stabilì anche un nuovo standard per l'industria: l'era del videoclip musicale era ufficialmente iniziata.
Le nove settimane al numero uno (fino al 31 gennaio 1976) non
furono solo un successo commerciale; furono il battesimo di fuoco che consolidò
il posto dei Queen nell'Olimpo del Rock. Dimostrarono che l'ambizione
artistica, il coraggio di ignorare le regole e una maestria tecnica senza pari
potevano portare a un successo senza precedenti.
"Bohemian Rhapsody" è un testamento al genio di Freddie Mercury e alla chimica ineguagliabile di una band che non aveva paura di sognare in grande.

Nessun commento:
Posta un commento