Recensione di un viaggio poetico tra memoria, emozione e resistenza al tempo
C’è una domanda che attraversa silenziosamente ogni pagina di
Sospese nel tempo, la nuova raccolta poetica di Fulvia Diotti: che speranza di vita ha
un’emozione? La risposta non è mai diretta, ma si svela nei versi, nei
silenzi, nei ritorni della memoria che l’autrice intreccia con delicatezza e
determinazione.
Diviso in tre sezioni — Passioni nel tempo dissolte, Il
tempo non esiste, Senza fine — il libro si muove lungo un asse
temporale che non è mai lineare. Il tempo, infatti, è il grande antagonista e
al tempo stesso il complice di queste poesie: viene sfidato, negato, evocato,
ma mai subito. Fulvia Diotti lo attraversa con la forza della parola,
restituendogli forma attraverso immagini che oscillano tra il quotidiano e il
mitico, tra l’intimo e l’universale.
I testi sono densi di riferimenti culturali e letterari — da
Dante a García Lorca, da Woodstock al mito greco — ma non cedono mai alla
citazione fine a sé stessa. Ogni richiamo è funzionale a un’emozione, a un nodo
da sciogliere, a un ricordo da salvare. Così Beatrice e Dante nel XXI secolo
diventa una riflessione sull’amore oltre il tempo e lo spazio, mentre Granada
1979 è un omaggio vibrante alla poesia e alla passione andalusa.
La scrittura di Diotti è visiva, sensoriale, spesso
sinestetica. Le parole si fanno materia, odore, suono. In Si vedeva il mare…
il paesaggio diventa rifugio e metafora di libertà, mentre in Le parole del
vento il linguaggio stesso si trasforma in foglia, respiro, sogno. Non
mancano momenti di disincanto, come in Amore stanco o Atque autumno
carpere tempus, dove l’amore si confronta con la decadenza e la perdita, ma
sempre con uno sguardo che cerca la bellezza anche nella fragilità.
Il titolo della raccolta è emblematico: queste poesie sono davvero “sospese nel tempo”, ma non inerti. Sono sospese come lo è una nota musicale che vibra ancora nell’aria, come un ricordo che non vuole svanire, come un’emozione che resiste all’oblio. E proprio questa resistenza — dolce, ostinata, poetica — è il cuore pulsante del libro.
Fulvia Diotti nasce in una piccola città della provincia di
Savona, da genitori originari delle Langhe astigiane. Vive e lavora in Liguria,
dove ha costruito un percorso professionale e umano ricco e sfaccettato.
Laureata in Filosofia a Genova e in Psicologia a Roma, ha operato sia nel campo
formativo che clinico, ma è nella scrittura che ha trovato il suo rifugio
creativo. Dopo anni di attività poetica, ha pubblicato in raccolte collettive e
tre volumi personali: Microcosmo del Macrocosmo, Incipit – parole
miti emozioni, Erotica – la finestra sui ricordi. Sospese nel
tempo è il suo lavoro più maturo e articolato, dove la parola si fa ponte
tra vissuto e visione.
Un’opera che invita a rallentare, a sostare, a sentire. Un invito prezioso, oggi più che mai.


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